venerdì 25 novembre 2011


Un raggio di protoni per curare i tumori

A Pavia, il primo paziente trattato con l'adroterapia ha terminato il ciclo di trattamento


Quando si parla di fasci di protoni si pensa ai grandi acceleratori di particelle utilizzati per indagare le proprietà della materia. Invece vengono molto spesso impiegati in medicina come nel caso della cosiddetta terapia adronica, o adroterapia, una tipologia di radioterapia che impiega fasci energetici di protoni, neutroni o ioni carichi positivamente.

Tra i centri all’avanguardia in questo settore della cura dei tumori figura il Centro nazionale di adroterapia oncologica (Cnao) inaugurato a Pavia a febbraio 2010, ideato dal fisico Ugo Amaldi e voluto da Umberto Veronesi. Qui, si è concluso nei giorni scorsi il primo ciclo di cure per un paziente affetto da un tumore raro alla base della testa.

La terapia adronica agisce attraverso un acceleratore di particelle, un sincrotrone, messo a punto dall’Istituto italiano di fisica nucleare. L’apparecchio a struttura circolare genera ioni di carbonio e protoni (adroni) che vengono girare nel sincrotrone a un decimo della velocità della luce, nella fase iniziale, e mantenute in traiettoria da un campo magnetico. Gli adroni vengono poi accelerati tramite un campo elettrico, fino a compiere un milione di giri in mezzo secondo.

A questo punto le particelle verso indirizzate verso il loro bersaglio, ovvero il tumore, con una precisione sub-millimetrica. Ciò che differenzia l’adroterapia è dunque la possibilità di colpire il tumore in modo “intelligente”, in modo mirato, penetrando a fondo nella neoplasia e preservando i tessuti sani.

A livello mondiale questo tipo particolare di terapia è impiegata in nei casi di tumori difficili da raggiungere con la chirurgia oppure resistenti alle cure tradizionali. l’adroterapia non sostituisce comunque la radioterapia convenzionale, ma vuole essere un’arma in più a disposizione di medici e pazienti. Il Centro nazionale di adroterapia oncologica di Pavia entrerà a pieno regime a partire dal 2013 e, secondo le stime, curerà curare circa 3.000 pazienti l'anno.

Il resoconto del primo trattamento è stato illustrato da Roberto Orecchia, direttore scientifico del Cnao, in occasione del congresso nazionale dell’Associazione italiana di radioterapia oncologica, che si è svolto a Genova dal 19 al 22 novembre

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